Gabriele De Giorgi, Alessandra Muntoni, Marcello Pazzaglini, Metamorph. Architetture. Works and Projects (1965/2003)
Autore: Michele Costanzo
Il recente libro di Gabriele De Giorgi, Alessandra Muntoni e Marcello Pazzaglini (i componenti del Gruppo Metamorph), raccoglie un'accurata selezione della loro produzione progettuale realizzata nell'arco di quasi un quarantennio relativa, sia allo stretto ambito della loro ricerca teorica, che a quello professionale. L'operazione non ha (come potrebbe apparire) alcun intento outocelebrativo, quanto piuttosto autoriflessivo come appare dagli scritti e dalla struttura stessa del libro. Esso, infatti, manifesta in forma esplicita la volontà, da parte degli autori, di riesaminare criticamente il proprio percorso operativo, nonché di fare il punto sull'attualità della propria impalcatura teorica, derivando implicitamente da tale operazione un programma organico e consapevole per il prossimo futuro. Ad avvalorare, ulteriormente, l'intento analitico del libro, i lavori non vengono presentati secondo il loro naturale ordine diacronico (sulla base della data di progetto o quella di realizzazione), ma riuniti attorno a tematiche di ricerca. In questo modo, i diversi materiali si organizzano per capitoli (sette per la precisione). Il primo riguarda la fase formativa del Gruppo che ha origine nelle aule della Facoltà di Architettura di Roma già a partire dal 1963; ma è con il progetto di "Un pattern metamorfico" (che è del 1965) -poi pubblicato da Paolo Portoghesi su «Marcatre»- che si consolida l'unione tra gli 'storici' componenti. Da tale prototipo formale astratto (ossia, fuori da una determinata dimensione territoriale) il Gruppo, successivamente, comincerà a far discendere soluzioni più direttamente rivolte a specifici contesti in una selezionata sequenza di progetti di concorso ed altri a carattere professionale, tutti con chiara finalità urbana; in quanto la città, la dimensione metropolitana sarà il loro referente costante a prescindere dalla dimensione e dalle caratteristiche di ciascuna proposta progettuale. I sei capitoli successivi trattano alcune tra le più incisive tematiche affrontate nel corso degli anni, con il contributo illustrativo/esplicativo di numerosi lavori, che sono: "Architettura e metropoli", "Storia e archeologia", "Architettura e società: città come rete di servizi", "Abitare", "Interni e allestimenti", "Tecnologia ed ecoarchitettura". Un ulteriore capitolo (il nono), è dedicato alla rivista Metamorfosi, da loro fondata nel 1985 e tuttora attiva e operante, pur avendo cambiato più volte veste grafica ed editore. Di essa, oltre a presentare gli indici, gli autori selezionano alcuni significativi editoriali, i cui contenuti, in qualche modo, vengono ripresi e approfonditi in una introduzione distinta in tre contributi ("Sul tema della metamorfosi" di De Giorgi, "Con l'avanguardia" di Muntoni, "Frammenti di un percorso" di Pazzaglini). Tali scritti, proprio per il loro taglio di studio, di approfondimento, di riflessione critica sulla propria azione progettuale in rapporto al contesto culturale in cui gli architetti si collocano, assumono un particolare significato culturale: di incisivo apporto al dibattito sullo stato della disciplina e sulle possibili alternative di intervento nella contemporanea produzione architettonica. L'introduzione di De Giorgi focalizza la questione della metamorfosi, che è il filo conduttore della ricerca del Gruppo, come una "condizione della conoscenza" e una "strategia del pensiero contemporaneo" che lega in un sottile e ambigua corrispondenza caos a metamorfosi. Partendo da questa radice concettuale, egli osserva che filosofi e pensatori, parallelamente ai mutamenti della città, hanno svolto analisi ed elaborato proposte che pongono le categorie della trasformazione in rapporto all'essenza del mondo come oggi ci appare. Da qui, l'autore parte per disegnare un percorso interpretativo del concetto di metamorfosi, ripercorrendo le tappe più significative che il pensiero contemporaneo più recente ha saputo sviluppare. Lo scritto di Muntoni prende in esame il rapporto del gruppo con l'idea di avanguardia la cui capacità rigeneratrice sembrava essere stata definitivamente azzerata dalle drammatiche conseguenze dei due conflitti mondiali. Negli anni Sessanta, invece, si apre una nuova stagione di fermenti intellettuali in cui l'architettura, unitamente ad altre espressioni artistiche, riesce a ritrovare, in qualche misura, la forza propulsiva dell'avanguardia. Questi anni sono caratterizzati da una serie di interventi, da parte di artisti e architetti, volti a manifestare una posizione di rifiuto del consumo di massa e di ribellione alla logica del mercato. Questo momento coincide con il periodo di formazione del Gruppo Metamorph che ne assorbe aspetti concettuali e modalità espressive. Nei due decenni successivi, avverrà nella cultura nazionale (e non solo) una drammatica involuzione in senso storicista e un tentativo di azzeramento delle avanguardie. A cui Metamorph tenterà di resistere continuando ad operare all'interno della strategia avanguardista cercando di interagire "con la società che andava riscoprendo l'importanza della storia"; si trattava di "misurarsi non soltanto con l'urgenza dell'attualità, ma anche con valori del passato". Negli anni Novanta, inizia "l'offensiva di un nuovo movimento" che ripropone l'opportunità di collegarsi nuovamente con le avanguardie storiche "anche grazie al ponte delle neo-avanguardie degli anni Sessanta". Questa fase rappresenta la possibilità di un nuovo inizio, in cui il patrimonio finora elaborato dell'avanguardia, opportunamente arricchito di nuovi temi (dalla dimensione ecologica, alle energie rinnovabili) possa essere in grado (sulla base di un auspicio di Bruno Zevi) di trasformarsi in un linguaggio per tutti. L'intervento di Pazzaglini, infine, articolato in 4 frammenti ripercorre con una innegabile vena nostalgica, ma con estremo rigore e puntiglio, la storia del Gruppo a partire dagli anni Sessanta fino al tempo presente, cercando di relazionare gli eventi individuali con quelli più generali legati alle vicende della cultura architettonica italiana unitamente a quelle della Facoltà di Architettura di Roma in cui si sono formati (anche se ora Ë divisa in due entità distinte) e in cui (Muntoni e Pazzaglini) insegnano.