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Stanze separate. Percorsi critici attraverso il modernismo italiano |
Autore |
Michele Costanzo |
Editore |
Kappa, Roma,2003 |
Pagine |
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Viviamo in un'epoca che tende ormai a diffidare delle grandi metanarrazioni, e della possibilità di creare una storia umana universale. Del resto già nel 1947 Max Horkheimer e Theodor Adorno in Dialettica dell'illuminismo avevano messo in luce che il disegno che si cela dietro tale concezione illuminista non fa che rispondere ad una logica di dominio. Per l'uomo contemporaneo, dunque, sembrano non essere più validi i presupposti interni a tale indirizzo di pensiero per considerare l'eterno e l'immutabile quali categorie idonee ad interpretare e/o contenere la realtà. Come scrive Michel Foucault, "l'unico ruolo che rimane allo storico, è quello dell'archeologo del passato che porta alla luce le sue vestigia".
Questo rifiuto di un disegno ordinatore degli eventi, è tanto più valido se prendiamo come punto di riferimento la storia dell'architettura dello scorso secolo: in particolare, il dibattito sviluppatosi nel corso degli ultimi trent'anni attorno al tentativo di "smontaggio" di quella costruzione teorica del Movimento Moderno operata da quattro fondamentali figure che ne hanno messo in essere la struttura, nonché il suo canonico impianto interpretativo: Sigfried Giedion, Nikolaus Pevsner, Henry-Russell Hitchcock, e Philip Johnson.
Gli scritti qui raccolti, anche se in forma perlopiù indiretta, tornano su tale tema basico, prendendo in esame alcuni personaggi e opere (tutte appartenenti al circoscritto ambito della cultura italiana), procedendo per aree geografiche e temporali. Quello che prevale in questa sorta di antologia di riflessioni del tutto personali è, dunque, la visione del parziale, del circoscritto, del delimitato, dell'incompleto. L'idea del grande mosaico a cui ogni singolo frammento, o tessera deve necessariamente rapportarsi ad un disegno per ritrovare una propria ragione d'essere è stata qui lasciata in secondo piano e considerata come una eventualità provvisoriamente sospesa.
In definitiva, i materiali qui raccolti (saggi, articoli, lezioni universitarie), seguendo il motto di Thomas Stearns Eliot secondo cui il passato deve essere riletto alla luce del presente che cambia, sono un'occasione, predisposta dall'autore, per riflettere sulla sensibilità dei nostri tempi, e sulla logica e le modalità del "farsi della critica". Il filo, che in qualche misura lega i diversi contributi, è rappresentato dal tema del "passaggio" da un momento storico ad un altro. Nel caso specifico sono prese in esame due tranche temporali chiaramente distinte: la prima, è quella che va dal modernismo degli ultimi anni Trenta, alla lunga fase d'avvio del pensiero progettuale del dopoguerra; la seconda, riguarda il momento del trapasso dal tardo-modernismo, al postmodernismo, avvenuto intorno agli anni Settanta, con importanti sviluppi fino agli anni Ottanta. |
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